La visione della Torah contro il relativismo morale e la logica “oppressori vs oppressi”

Indirizzo Lezione: https://www.youtube.com/watch?v=9hVHyq7CSNU
Da: Associazione Vedibarta Bam

Viviamo in un’epoca che ha sostituito il bene e il male con nuove categorie ideologiche: “oppressori” e “oppressi”.
In nome di una giustizia apparente, la società moderna ha scambiato la moralità con la colpa collettiva, la verità con la narrativa.
Persino il popolo ebraico — da sempre minoranza perseguitata — viene oggi ridefinito come parte dei “privilegiati”.

In questa lezione, Rav Landau affronta, alla luce della Torah e dei maestri, la radice spirituale di questa distorsione morale, spiegando come essa costituisca una forma moderna di idolatria del pensiero — e perché rappresenti una minaccia profonda al concetto stesso di giustizia e pluralismo.

Punti principali della lezione

1. L’Albero della Conoscenza – come la confusione tra bene e male nel Gan Eden diede origine al relativismo morale.
2. *“משפט אחד יהיה לכם” – la Torah come unica fonte di giustizia universale, indipendente da classe o appartenenza.
3. La nuova “colpa collettiva” – come l’ideologia marxista e postmoderna trasforma il giudizio morale in strumento di potere.
4. “ואהבת לרעך כמוך אני ה’” – l’unica vera rivoluzione etica nasce dal riconoscimento del valore divino in ogni uomo.
5. Il relativismo che distrugge il pluralismo – perché senza verità non esiste dialogo, ma solo conflitto.
6. Israele e la falsificazione morale contemporanea – la trasformazione del popolo ebraico da vittima a presunto oppressore.
7. Teshuvah ideologica e Geulah – il ritorno alla verità divina come fondamento della pace e della redenzione.

La Torah non accetta categorie morali basate sull’identità o sul potere.
L’unica distinzione che riconosce è tra chi sceglie il bene e chi lo rifiuta.
Solo la giustizia divina, fondata su verità e responsabilità personale, può salvare l’uomo dalla nuova idolatria del relativismo morale.

Rav Landau
www.vedibartabam.it

FONTELa visione della Torah contro il relativismo morale e la logica “oppressori vs oppressi”