I miglior anni

I miglior anni della vita di Yaacov erano in Egitto. Questo è ciò che ci dice Rashi sul verso “Vayechi Yaacov”. E Yaacov ha vissuto. Finalmente, poteva vivere serenamente questa parte della sua vita.
Rebbi Shneour Zalmen di Liadi spiega che il motivo per cui Yacov è stato in grado di godersi i suoi ultimi 17 anni di vita – che erano in esilio, in Egitto – è in merito delle case di studio di Torah, che Yehuda aveva stabilito prima del loro arrivo in Egitto.
Dove c’è Torah, c’è vita. Anche in un luogo buio come l’Egitto.
Voglio cogliere l’occasione per augurare una vita di “Vayechi” vivere con gioia di cuore, a mia madre, che stasera festeggerà il suo compleanno.
Voglio condividere con voi qualche parola che le ho dedicato.
Mia madre è il mio eroe.
Da quando sono piccola.
È una persona unica. Una vera artista. Un mix di luce spirituale, colori, parole sagge e realistiche.
Mi ha cresciuto, assieme ai miei fratelli, raccontandoci e ripetendoci le storie dei nostri eroi. In capo alla lista, Rabbi Akiva e il Baal Shem Tov.
Ricordo quando ero sdraiata la sera nel mio letto, ascoltando le sue storie per addormentarci, la mia testa viaggiava nel tempo e incontravo il Baal Shem Tov, o Akiva il pastore.
Quando ci raccontava una storia, la mia immaginazione iniziava un viaggio verso un nuovo paese e una nuova era. Per lo più, grazie a quelle storie ho imparato valori profondi che mi accompagnano fino ad oggi. I veri valori, di essere semplici nelle nostre vite e di coltivare un amore sincero per Hashem, facendo spazio in noi stessi per uno scopo più alto, condividendo ciò che abbiamo con gli altri.
Tuttavia, non vi sto parlando di una persona semplice.
Nella sua giovinezza, mia madre aveva lavorato con artisti di fama mondiale come Fellini. Poteva scegliere di continuare la sua carriera e puntare sempre più in alto per avere successo nel mondo del cinema. Ciònonostante, ha scelto di deviare. Ha scelto una vita che parla di storie ebraiche, fede e soprattutto di buone azioni.
Una volta le ho detto che il suo mesirut nefesh, il suo sacrificio personale, corre ancora nelle nostre vene.
Quando mi raccontava alcune storie del passato, sognavo una donna meravigliosa e affascinante che avrebbe potuto diventare una star del cinema. Onestamente, da adolescente, non riuscivo a capire come avesse lasciato tutto quel glam così desiderabile.
Mia mamma mi ha insegnato a vestirmi.
Mi ha insegnato a guardare il mondo con attenzione. A rispettare madre natura. Ad ascoltare gli uccellini, a vedere i colori, e riscoprire la bellezza della natura.
Ad ammirare l’architettura milanese.
E ad ammirare la mia arte.
I nostri dipinti d’infanzia erano molto belli, così ci diceva. Anche se ciò che vedevano i miei occhi, era un’immagine molto imperfetta.
Si sedeva vicino a noi e ci insegnava i segreti della pittura.
Più tardi nella vita ho avuto l’opportunità di incontrare la donna che non avevo conosciuto da bambina. Ho incontrato una donna forte come una roccia. Una madre persistente, determinata e vulnerabile.
Che da tutta se stessa ai suoi figli.
Ricordo ancora quando lasciò casa mia per tornare a Milano, dopo aver partorito Ethel. Era così difficile, avevo bisogno di lei e ormai la sua missione era finita. Adesso la stava passando a me.
Lasciando che sua figlia si costruisse attraverso le sfide della vita. Ce la puoi fare, mi disse il suo sguardo mentre chiudevo la porta dietro di lei.
Mi ha dato la forza.
Era e rimane semplicemente lì, non sono le parole o gli abbracci. Ma la sua costante presenza, anche se da lontano.
Quando parliamo dei succesi della vita, pensiamo a ciò che abbiamo raggiunto ognuno di noi.
Penso a mia mamma e so quali sono i suoi successi.
Sono orgogliosa, sono fortunata e onorata di averla come mamma.
Piu di tutto, sono davvero grata.
La mia mamma VIP
Ti voglio bene,
Mush

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